La missione Gaia prosegue il grande lavoro prodotto dal suo predecessore, il satellite Hipparcos, un satellite astrometrico dedicato alla misura delle parallassi stellari. Il satellite Hipparcos è stato utilizzato per misurare la distanza di 2 milioni e mezzo di stelle, situate fino a 150 parsec (circa 400 anni luce) di distanza, raccolte nel Catalogo Tycho. Con la missione Gaia si è andati oltre questi dati, creando il più grande e imponente catalogo stellare della Via Lattea a noi più vicina. Questo è il più grande catalogo di stelle mai ottenuto finora, questo lo ha ottenuto il satellite Gaia dell'Agenzia Spaziale Europea (Esa) e al quale l'Italia partecipa con Istituto Nazionale di Astrofisica (Inaf) e Agenzia Spaziale Italiana (Asi. Il catalogo descrive la posizione di circa 1,7 miliardi di stelle; inoltre per più di 1,3 miliardi di stelle indica distanza, movimento e colori, per 7 milioni la velocità, di 161 milioni la temperatura e di 76 milioni ha misurato raggio e luminosità. Classificate anche 550.000 stelle variabili, scoperti 14.099 asteroidi e catturata la luce di mezzo milione di quasar, lontane galassie che hanno al centro un gigantesco buco nero che emette energia. La missione ha raccolto 1,5 milioni di gigabyte di dati, tanti da occupare più di 300.000 Dvd. I dati sono stati raccolti dal satellite Gaia, questo è stato lanciato nel dicembre 2013 e osserva le stelle da uno dei punti lagrangiani, esattamente il punto chiamato L2 e distante circa un milione e mezzo di chilometri, al riparo da qualsiasi disturbo perché l'attrazione gravitazionale di Terra, Luna e Sole si equilibrano. Progettato per lavorare cinque anni, il satellite è ancora in perfetta salute, tanto che potrebbe prolungare della sua attività fino al 2020. La decisione in proposito sarà presa dall'Esa alla fine del 2018. Compito della missione Gaia, che ha rilasciato una prima serie di dati nel settembre 2016, è fare una scansione continua del cielo per raccogliere il maggior numero possibile di dati su tutti i corpi celesti che osserva, grazie a una superfotocamera da 1 miliardo di pixel.