GIRAFFA – CAMELOPARDALIS – CAM
La Giraffa è una grande ma debole costellazione, per l'emisfero nord è circumpolare, ma la visibilità migliore è in inverno, quando è più alta sull'orizzonte. È stata registrata per la prima volta da Jakob Bartsch, genero di Keplero, nel 1624, ma è stata probabilmente inventata in precedenza da Petrus Plancius. La costellazione occupa una regione buia e dimenticata (almeno dagli astrofili) del cielo boreale; in questa regione sono presenti solo alcune stelle di quarta e di quinta magnitudine, pertanto dalle aree urbane, dove la magnitudine limite è inferiore, l'area di cielo occupata dalla Giraffa appare come un grande spazio vuoto privo di stelle, uno dei più estesi dell'intera volta celeste. A ciò si aggiunge la presenza di molte nubi oscure che mascherano la scia luminosa della Via Lattea, che avrebbe dovuto lambire la parte meridionale della costellazione. Le stelle più luminose della Giraffa sono solo di quarta magnitudine e si trovano tutte sull'estremità meridionale, a contatto con la Via Lattea; le altre regioni sono occupate solo da stelle di quinta grandezza e più deboli. Confina a nord con : Orsa Minore; a est con : Drago, Orsa Maggiore; a sud con : Lince, Auriga, Perseo; a ovest con : Cassiopea, Cefeo.
MITOLOGIA
La costellazione della Giraffa non ha una storia mitologica, in quanto è una costellazione creata da Petrus Plancius nel 1612 e registrata per la prima volta da Jakob Bartsch, genero di Keplero, nel 1624. Successivamente Bartsch creò anche la Colomba di Noè, il Liocorno, il Rombo, la Mosca, la Tigre, il Giordano e il Gallo, tutte praticamente dimenticate. La Giraffa è sopravvissuta perché è andata a occupare una vasta regione del cielo (757 gradi quadrati) tra Cassiopea e l'Orsa Maggiore fino ad allora priva di punti di riferimento. Non è però facile individuarla, in quanto in essa nessuna stella supera la quarta magnitudine. Nonostante ciò i cinesi con le sue stelle formarono sette asterismi tra i quali uno intitolato alla "Virtù non ostentata".
STELLE PRINCIPALI
Stella Nome Spettro Magnitudine Distanza A.L.
Beta camelopardalis - G0 4,03 997
Alfa - - O9,5 4,26 6936
Gamma - - A2 4,59 335
STELLE DOPPIE
Stella A Magnitudine B Separ. Sec d'arco ( " ) Colori
1 camelopardalis 5,8 6,9 10,3 azzurro - bianco
HD 21447 - 5,1 8,9 14,8 bianco – bianco
HD 112014 - 5,3 5,8 21,6 bianco – bianco
OGGETTI PROFONDO CIELO
Dimensioni
Oggetto Tipo Magnitudine Primi d'arco ( ' ) Dist. A.L. Nome
IC 342 Galassia 9,1 21,4 x 20,9 11000000
NGC 1502 Amm. Aperto 6,9 20,0 3400
NGC 2403 Galassia 8,9 21,9 x 12,3 8000000
GEMELLI – GEMINORUM – GEM
La costellazione dei Gemelli è facile da rintracciare in cielo, grazie alla coppia di stelle brillanti, che hanno il nome di Castore, una ben nota stella binaria telescopica, in realtà composta da sei stelle, e Polluce, la più brillante della costellazione. A queste due fa da contraltare la stella Alhena, situata dal lato opposto della costellazione. Le altre stelle non sono relativamente brillanti ma si presentano allineate su due tratti paralleli che tracciano i confini di un rettangolo che si estende verso sud-ovest, in direzione di Orione; l'angolo più meridionale è segnato dalla già citata Alhena, la terza stella della costellazione per luminosità. La parte occidentale dei Gemelli giace sulla Via Lattea, pertanto in questa direzione abbondano gli oggetti galattici; nonostante ciò, la densità delle stelle di fondo osservabili nei Gemelli a occhio nudo è un po' inferiore rispetto a quella delle costellazioni adiacenti. La costellazione dei Gemelli è tipicamente invernale, infatti il periodo più propizio per la sua osservazione nel cielo serale va da dicembre a maggio. Durante le notti dell'inverno boreale i Gemelli sono una delle costellazioni dominanti del cielo, assieme all'Auriga, al Toro, Orione, il Cane Maggiore e il Cane Minore. Confina a nord con : Auriga, Lince; a est con : Cancro; a sud con : Cane Minore, Unicorno; a ovest con : Orione, Toro, Auriga.
MITOLOGIA
La storia mitologica ci racconta che la costellazione dei Gemelli rappresenta i gemelli Castore e Polluce; ai Greci essi erano noti come i Dioscuri, che letteralmente significa «figli di Zeus». I mitologi, però, non furono tutti d'accordo sul fatto che fossero entrambi veramente figli di Zeus, a causa delle insolite circostanze della loro nascita. La loro madre era Leda, Regina di Sparta, alla quale fece un giorno visita Zeus, sotto forma di cigno (rappresentato nella costellazione del Cigno). Quella stessa notte Leda giacque anche con il marito, il Re Tindaro. Entrambe le unioni furono allietate da prole, poiché in seguito Leda diede alla luce quattro bambini. Secondo la versione più comunemente accettata, Polluce ed Elena (la futura famosa Elena di Troia) erano figli di Zeus, e quindi immortali, mentre Castore e Clitennestra erano figli di Tindaro, e quindi erano mortali. Castore e Polluce crebbero molto legati l'uno all'altro, non litigarono mai né mai agirono senza prima consultarsi. Si diceva che si assomigliassero molto fisicamente e che persino si vestissero allo stesso modo, come spesso fanno i gemelli. Castore fu un famoso cavaliere e guerriero e insegnò a Eracle a tirare di scherma, mentre Polluce fu un campione di pugilato. Gli inseparabili gemelli si unirono alla spedizione di Giasone e degli Argonauti alla ricerca del vello d'oro. Le abilità pugilistiche di Polluce tornarono utili quando gli Argonauti approdarono in una regione dell'Asia Minore governata da Amico, un figlio di Poseidone. Amico, lo sbruffone più sbruffone del mondo, non permetteva ai visitatori di andarsene se prima non si battevano con lui in un incontro di pugilato che, invariabilmente lo vedeva vincitore. Si recò sulla spiaggia dove la nave era agli ormeggi e sfidò l'equipaggio a trovare qualcuno che l'affrontasse. Polluce, istigato dall'arroganza di quell'uomo, accettò immediatamente e i due tirarono fuori i guantoni di cuoio. Polluce evitò facilmente gli assalti del suo avversario, come un torero quando si fa di lato per evitare la carica del toro, e atterrò Amico con un colpo alla testa che gli spaccò il cranio. Durante il viaggio di ritorno degli Argonauti, dopo che avevano conquistato il vello d'oro, Castore e Polluce furono ancora utili ai loro compagni. Apollonio Rodio racconta brevemente che durante il percorso dalla foce del Rodano alle isole Stoechades (le attuali isole di Hyères, al largo di Tolone) gli Argonauti si salvarono grazie a Castore e Polluce. Presumibilmente ciò avvenne durante una tempesta, ma lo scrittore non specifica bene le circostanze. Da quell'episodio in poi, dice Apollonio - ed egli ci assicura che ci furono altri viaggi durante i quali i due salvarono gli equipaggi - i gemelli diventarono i protettori dei marinai. Igino sostiene che il potere di salvare i marinai vittime di naufragi fu dato loro da Poseidone, il dio del mare, che anche regalò loro i cavalli bianchi che spesso cavalcarono. Castore e Polluce si scontrarono con un'altra coppia di gemelli, Idas e Linceo, a proposito di due belle donne. Ida e Linceo (che erano anche membri dell'equipaggio della nave Argo) erano fidanzati con Febe e Ilaria, ma Castore e Polluce gliele rubarono. Ida e Linceo li inseguirono e le due coppie di gemelli si batterono. Castore fu trafitto da una spada sguainata da Linceo, che fu subito ucciso da Polluce. Ida attaccò Polluce ma fu respinto da una folgore di Zeus. Un'altra storia dice che le due coppie di gemelli si riappacificarono dopo la lite per le due donne, ma vennero alle mani a causa della divisione di certi capi di bestiame che avevano rubato insieme. Comunque siano andate le cose, Polluce pianse il suo fratello morto e chiese a Zeus di concedere a entrambi l'immortalità. Zeus li sistemò insieme in cielo come la costellazione dei Gemelli, dove sono raffigurati abbracciati, inseparabili per l'eternità.
STELLE PRINCIPALI
Stella Nome Spettro Magnitudine Distanza A.L.
Beta geminorum Polluce K0 1,16 34
Alfa - Castore A2 1,58 52
Gamma - Alhena A0 1,93 105
Mu - Tejat Posterior M3 2,87 232
Epsilon - Mebsuta A3 3,06 903
Eta - Tejat Prior M3 3,31 349
Xi - Alrizz F5 3,35 57
Delta - Wasat F0 3,50 59
Kappa - Al Kirkab G8 3,57 143
Lambda - Kebash A3 3,58 94
Theta - Nageba A3 3,60 197
Iota - Propus G9 3,78 126
Zeta - Mekbuda G3 4,01 1168
Nu - - B6 4,13 502
Tau - - K2 4,41 302
STELLE DOPPIE
Stella A Magnitudine B Separ. Sec d'arco ( " ) Colori
Epsilon geminorum 5,03 9,6 9,2 azzurro – bianco
38 - 4,75 7,65 7,6 bianco – giallo
45 - 5,44 10,8 10,4 giallo – giallo
Lambda - 3,58 10,7 10,0 bianco – giallo
Delta - 3,55 8,18 5,8 giallo – arancio
Alfa - 1,94 2,92 3,5 bianco – bianco
Kappa - 3,57 9,4 7,1 giallo – giallo
Pi - 5,14 10,3 21,0 rosso - bianco
OGGETTI PROFONDO CIELO
Dimensioni
Oggetto Tipo Magnitudine Primi d'arco ( ' ) Dist. A.L. Nome
M 35 Ammasso Aperto 5,3 28 2800
IC 443 Resto di supernova - 50 x 40 5000
NGC 2391 Nebulosa planetaria 10,1 0,8 x 0,8 2900
ERIDANO – ERIDANI – ERI ( parte settentrionale )
Eridano è il nome dato a una grande costellazione dell'emisfero celeste australe, costituita da una sinuosa linea di stelle non molto luminose; infatti nell' atlante del cielo tratteremo soltanto la parte di costellazione visibile dalle nostre latitudini, la parte più a sud non è mai visibile. Si tratta di una vasta costellazione, che si estende specialmente in declinazione, partendo dall'equatore celeste e spingendosi a sud fino oltre l'orizzonte meridionale di gran parte delle regioni dell'emisfero boreale. L'area ricoperta da questa costellazione si può individuare facilmente, essendo tutta quella parte di cielo posta a sud-ovest di Orione. Molto più semplice l'osservazione dall'emisfero australe, grazie anche al fatto che Achernar è circumpolare in gran parte di quell'emisfero. Il periodo migliore per osservare Eridano ricade tra i mesi di novembre e marzo, quindi la si considera una costellazione invernale. La sorgente del fiume è indicata dalla stella Cursa, ai piedi di Orione; si snoda poi verso sud, compiendo diverse anse via via sempre più strette man mano che si scende verso meridione seguendo varie concatenazioni di stelle deboli. Compie l'ultima ansa in corrispondenza della stella Acamar (dove anticamente veniva indicata la fine della costellazione) e termina infine con la brillante e isolata Achernar. Questa stella anticamente non era nota, poiché a causa della precessione degli equinozi si trovava molto più a sud (4000 anni fa era addirittura la "Stella Polare" australe). Acamar, che in antichità si trovava molto bassa sull'orizzonte all'epoca di Tolomeo, era considerata in pratica l'ultima stella nota in quella direzione, sotto la quale non erano noti altri astri. Eridano contiene un centinaio di stelle visibili a occhio nudo, ma a parte Achernar, sono tutte sotto la terza magnitudine. Anche presso gli egizi ritroviamo questa costellazione, che però rappresenta, com'è logico, non il Po ma il Nilo. Confina a nord con : Balena, Toro, Orione; a est con : Orione, Lepre, Bulino, Orologio; a sud con : Idra Maschio; a ovest con : Fenice, Fornace, Balena.
MITOLOGIA
Nella mitologia il fiume Eridano è protagonista della storia di Fetonte, figlio del dio del Sole, Elio, che implorò affinché gli facesse attraversare il cielo alla guida del suo carro. Elio accondiscese alla richiesta con riluttanza, ma avvertì il figlio dei pericoli che correva. «Nell'attraversare il cielo segui il percorso che troverai segnato dalle mie ruote», gli consigliò. Quando l'alba spalancò le porte dell'est, Fetonte montò pieno d'entusiasmo sul carro dorato ornato di gemme scintillanti del dio del Sole, senza sapere in che guaio si stava cacciando. I quattro cavalli notarono immediatamente la leggerezza del carro e le mani diverse che tenevano le redini e si lanciarono in avanti, allontanandosi dalla strada battuta, con il carro che sobbalzava come fosse una nave che non riusciva a stare in equilibrio. Anche se Fetonte avesse saputo quale era il percorso da seguire, non aveva l'abilità e la forza per controllare le redini. Il tiro galoppò verso nord, e per la prima volta le stelle del Gran Carro si riscaldarono e il Dragone, che fino a quel momento era stato inerte per il freddo, per il gran caldo sudò abbondantemente e ringhiò furiosamente. Guardando verso la Terra da quelle altezze vertiginose, il povero Fetonte terrorizzato impallidì e le ginocchia cominciarono a tremargli per la paura. Alla fine vide la costellazione dello Scorpione con le enormi tenaglie tese verso di lui e la coda velenosa sollevata, pronta a colpire. Il giovane mollò le redini e i cavalli galopparono via incontrollati. Il carro puntò verso il basso e la Terra prese fuoco. Avvolto dal fumo, Fetonte fu trascinato dai cavalli, senza sapere dove fosse. Fu allora, dicono i mitologi, che la Libia divenne un deserto, la pelle degli Etiopi si colorò di scuro e i mari si prosciugarono. Per porre fine a quelle catastrofi, Zeus abbatté Fetonte con la folgore. Con i capelli che grondavano fuoco, il giovane precipitò nell'Eridano come una stella cadente. Qualche tempo dopo, quando gli Argonauti risalirono il fiume, trovarono il suo corpo che ancora bruciava ed emanava nuvole di vapore dall'odore nauseabondo che soffocavano e uccidevano gli uccelli.
STELLE PRINCIPALI
Stella Nome Spettro Magnitudine Distanza A.L.
Beta eridani Cursa A3 2,78 89
Gamma - Zaurak M1 2,97 221
Delta - Rana K0 3,52 29
Tau 4 - Liberfluus M3 3,70 258
Epsilon - Sadira K2 3,72 10
Upsilon 2 - Beemin G8 3,81 209
Eta - Azha K1 3,89 133
Ni - - B2 3,93 586
Mu - - B5 4,01 532
Omicron 1 - Beid F2 4,04 125
Tau 3 - - A4 4,08 86
Tau 6 - - F3 4,22 58
Lambda - - B2 4,25 1753
Tau 5 - - B9 4,26 296
Omega - - A9 4,36 227
Pi - - M1 4,43 497
Tau 1 - - F5 4,47 46
Upsilon 1 - Theemin K0 4,49 124
Tau 9 - - A- 4,62 331
Tau 8 - - B5 4,64 385
Tau 2 - Angetenar K0 4,76 183
Zeta - Zibal A5 4,80 120
STELLE DOPPIE
Stella A Magnitudine B Separ. Sec d'arco ( " ) Colori
Tau 4 eridani 3,69 9,8 5,7 rosso - bianco
32 - 4,79 6,14 6,8 giallo – bianco
39 - 4,87 8,6 6,4 arancio – giallo
OGGETTI PROFONDO CIELO
Dimensioni
Oggetto Tipo Magnitudine Primi d'arco ( ' ) Dist. A.L. Nome
NGC 1187 Galassia 10,7 5,5 x 4,1 72000000
NGC 1232 - 10,1 7,4 x 6,5 59000000
NGC 1300 - 10,5 6,2 x 4,1 69000000
NGC 1332 - 10,4 4,7 x 1,4 108000000
NGC 1395 - 10,0 5,9 x 4,5 52000000
NGC 1407 - 10,1 4,6 x 4,3 68000000
IC 2118 - - 180 x 60 685 Testa di strega
FRECCIA – SAGITTAE – SGE
La Freccia o Sagitta è una piccola costellazione estiva, questa deve il suo nome alla disposizione di quattro stelle poste circa 10° a nord di Altair, che ricorda la figura di una freccia. Giace sulla Via Lattea in un tratto in parte molto oscurato dalle propaggini settentrionali della Fenditura dell'Aquila; le sue stelle sono individuabili con molta facilità, nella parte meridionale dell'area di cielo delimitata dal Triangolo Estivo, sebbene non siano particolarmente luminose, al punto che solo una quindicina sono visibili ad occhio nudo. La parte meridionale della costellazione contiene invece un ricco campo stellare. Confina a nord con : Volpetta; a est con : Delfino; a sud con : Aquila; a ovest con : Ercole.
MITOLOGIA
La mitologia ci racconta che il Titano Prometeo rubò il fuoco agli Dei e lo portò ai mortali, facendo arrabbiare Zeus così tanto che lo incatenò ad una roccia nel Caucaso, dove un'aquila (rappresentata nell'omonima costellazione) gli mangiava il fegato. Poiché Prometeo era immortale, il suo fegato ricresceva ogni giorno, e l'aquila tornava ogni giorno per mangiarlo di nuovo; Ercole lo salvò dalla sua punizione infinita durante la sua undicesima fatica uccidendo l'uccello con una freccia e liberandolo.
STELLE PRINCIPALI
Stella Nome Spettro Magnitudine Distanza A.L.
Gamma sagittae - K5 3,51 274
Alfa - Sham G0 4,39 473
Beta - - G8 4,39 466
Zeta - - A3 5,01 326
Eta - - K2 5,09 162
STELLE DOPPIE
Stella A Magnitudine B Separ. Sec d'arco ( " ) Colori
Zeta sagittae 5,01 8,7 8,3 bianco - bianco
OGGETTI PROFONDO CIELO
Dimensioni
Oggetto Tipo Magnitudine Primi d'arco ( ' ) Dist. A.L. Nome
Harvard 20 Ammasso Aperto 7,7 7 5023
M 71 Ammasso Globulare 6,1 7,2 12000
ERCOLE – HERCULIS – HER
Grande costellazione dell'emisfero boreale, il periodo più propizio per la sua osservazione nel cielo della sera è compreso fra i mesi di aprile e ottobre, risultando una figura tipica dei cieli della tarda primavera e dell'estate boreali. Nonostante le sue vastissime dimensioni, non sono presenti astri particolarmente luminosi; la sua caratteristica più notevole è un quadrilatero di stelle noto come Chiave di Volta, posto nella parte occidentale, a nordovest della Corona Boreale. In generale, tutta la parte di cielo compresa fra quest'ultima costellazione e la brillante stella Vega appartiene alla costellazione di Ercole. In Ercole non sono presenti stelle di prima magnitudine; la più luminosa è la β Herculis, nota come Kornephoros, di magnitudine 2,78, mentre vi sono un gran numero di astri di terza e quarta magnitudine. Confina a nord con : Drago; a est con : Drago, Lira, Volpetta, Freccia Aquila; a sud con : Aquila, Ofiuco, Testa del Serpente; a ovest con Testa del Serpente, Corona Boreale, Bootes.
MITOLOGIA
La costellazione raffigura l'eroe greco Ercole, figlio di Zeus e della fanciulla Alcmena; a questa figura sono legate le mitiche 12 fatiche ed anche altre costellazioni si riferiscono a questo mito: uccidere il Leone fu una di queste fatiche, come pure la lotta contro l'essere mitologico rappresentato dalla costellazione dell'Idra, nella quale intervenne pure il granchio inviato dalla gelosissima moglie di Zeus Era (Ercole era il frutto di una relazione extraconiugale del marito) in aiuto dell'Idra.
STELLE PRINCIPALI
Stella Nome Spettro Magnitudine Distanza A.L.
Beta herculis Kornephoros G8 2,78 148
Zeta - Rutilicus G0 2,81 35
Delta - Sarin A3 3,12 78
Pi - Fudail K3 3,16 367
Alfa - Ras Algethi M5 3,31 382
Mu - Melquarth G5 3,42 27
Eta - Sophian G8 3,48 112
Xi - Beraka K2 3,70 135
Gamma - Biceps A9 3,74 195
Iota - Rijl al Jathiyah B3 3,82 495
Omicron - Atia B9,5 3,84 347
Theta - Rukbalgethi G. K1 3,86 669
Tau - Rukbalgethi S. B5 3,91 314
Epsilon - Cujam A0 3,92 163
Rho - - B9,5 4,15 401
Sigma - - B9 4,20 302
Phi - - B9 4,23 228
Lambda - Maasym K3 4,41 367
Nu - - F2 4,41 795
Chi - - F9 4,60 52
Upsilon - - B9 4,72 376
STELLE DOPPIE
Stella A Magnitudine B Separ. Sec d'arco ( " ) Colori
Chi herculis 5,00 6,85 28,1 arancio - arancio
HD 149303 - 5,77 9,0 16,3 bianco – bianco
Alfa - 3,48 5,39 4,9 rosso – giallo
Delta - 3,14 8,7 8,5 bianco – giallo
95 - 4,96 5,18 6,93 bianco – arancio
HD 165358 - 6,1 8,9 26,8 bianco – bianco
100 - 5,86 5,90 14,3 bianco – bianco
OGGETTI PROFONDO CIELO
Dimensioni
Oggetto Tipo Magnitudine Primi d'arco ( ' ) Dist. A.L. Nome
M 13 Ammasso Globulare 5,8 23 25100 Amm. Ercole
M 92 - 6,3 11,2 26000